Creative Evasioni

Grazie alla volontà e al Sostegno della Direzione della Casa Circondariale di Ivrea, alla Polizia Penitenziaria, al Garante delle persone private della libertà, alle Educatrici, all’Associazione Volontari Penitenziari “Tino Belletti”, alla Fondazione Comunità del Canavese, alla Fondazio- ne Guelpa abbiamo realizzato da gennaio a maggio 2017 il laboratorio teatrale dedicato anche alla sezione Transessuali e protetti.


La Voce oltre il muro

Il Progetto La voce oltre il Muro nato grazie all’incontro tra la psicologia e il te- atro, ideato e condotto da Patrizia Camedda e Elena Ruzza, dell’Associazione Terraterra ancora una volta ci conferma come sia necessario portare “Oltre il muro” la voce dei ragazzi che stanno scontando una condanna all’interno del Carcere Minorile.

Il teatro sociale fatto con i ragazzi supera repressione e disciplina per incon- trare le storie e i ricordi di ognuno e portarle fra la gente, è un teatro che apre profonde riflessioni sulle condizioni estreme e lascia spazio ai giovani per rac- contare stralci di vita carceraria, ma anche ricordi di infanzia e soprattutto speranza per il futuro. Sono circa 500 in Italia i giovani che stanno scontando una pena nei 16 Istituti Penali per Minorenni e circa il 50 per cento sono stranieri e molti di loro già genitori.


Non mi arrendo! Non mi arrendo!

Il progetto teatrale Non mi arrendo! Non mi arrendo! nasce nel 2004 dall’incontro tra Eufemia Ribichini, allora responsabile del coordinamento donne Spi della Cgil di Torino, e Mariella Fabbris che coinvolgerà Gabriella Bordin, Rosanna Rabezzana e Elena Ruzza nell’ideazione di un lavoro teatrale ambizioso con l’intento di portare in scena, direttamente, le protagoniste della Storia. Alla base il desiderio di raccontare, con voce autonoma, le donne nella Resistenza e nelle conquiste dei diritti: un lavoro sulla memoria della nostra storia recente.


Rassegna teatrale "Rifugi"

Attraverso le tecniche del teatro sociale che prevedono la partecipazione e l’inclusione nel processo artistico e di costruzione di una opera originale dedicata ai sentimenti di chi abita la città e la periferia . L’obiettivo di questo racconto corale sarà quello di ampliare la tradizionale nozione di periferia legata da una parte alla collocazione fisica distante dal centro, dall’altra a condizione di degrado che spesso caratterizzano le aree di margine. La periferia oggi non ha più una definizione chiara ed univoca . Sarebbe meglio parlare di sprawl , cioè di una città diffusa o infinita. Ovvero il dilatarsi del costruito non solo residenziale ma anche dei luoghi di lavoro , di scambio commerciale , delle piazze . Le aree ai margini delle città si presentano come tessuti variegati già nell’organizzazione degli spazi costituiti da frammenti di paesaggio agricolo, quartieri di villette monofamiliare , nuovi insediamenti terziari e residenziali , aree degradate , infrastrutture . il progetto vuole essere una indagine viva su le periferie delle città . Chi sono i cittadini e le cittadine che abitano le nostre periferie? Da dove arrivano? Quali sentimenti attraversano le loro vite? Quali sono i desideri delle periferie ? C’è da chiedersi quali e quanti siano i cuori che pulsano e alimentano il nostro tessuto urbano .